Terapia cranio sacrale: la guida completa




In questo articolo breve articolo tratteremo come tema la terapia cranio sacrale. In particolar modo ci soffermeremo sui principi della tecnica, quando vengono applicate queste tecniche e la formazione che è richiesta per praticarle. 

I principi della tecnica

La medicina manuale osteopatica in ambito craniale (OCMM), meglio conosciuta come osteopatia cranio sacrale si basa su un approccio manuale palpatorio della sfera craniale ed in cui si cerca di contribuire all’omeostasi corporea mediante il contatto manuale dell’operatore con il cranio del paziente.

Secondo il concetto classico di OCMM, la sommazione del movimento intrinseco del sistema nervoso centrale, la fluttuazione del liquor, le forze di tensione applicate alle meningi craniche e la loro risultante sulle ossa craniche e sul sacro sarebbero in grado di determinare il cosiddetto “Movimento Respiratorio Primario” (MRP).

Quest’ultimo è basato su di una espressività ritmica percepibile palpatoriamente e pari a 10-14 cicli/min.

L’operatore una volta entrato in accordo palpatorio con la persona trattata, stabilisce se i movimenti delle ossa craniche siano fisiologici o disfunzionali. In quest’ultimo caso induce delle pressioni manuali con l’obiettivo di una loro risoluzione.

Quando l’osteopata applica queste tecniche?

Sebbene comunemente praticata, l’OCMM rimane tutt’ora controversa e poco chiarita da un punto di vista medico-fisiologico. Per quanto empiricamente emergano effettivamente degli effetti clinici, molte sono le lacune ancora da sanare e le spiegazioni da fornire. 

I principi che l’hanno fondata sono cambiati ben poco dai tempi di WG Sutherland suo fondatore, e questo aspetto ha indotto una falla in merito alla sua accettazione in ambito clinico soprattutto dopo le recenti scoperte sull’anatomia e fisiologia del sistema craniale. 

Secondo i dati attuali, il famoso MRP dovrebbe essere visto più come un fenomeno indiretto e generato da altri fenomeni fisiologici, quali forse respiro e battito cardiaco.

Di conseguenza, quando l’osteopata pone le mani sul cranio, diverrebbe probabilmente consapevole dello stato generale del sistema cardio-respiratorio.

Anche la stessa possibilità di percepire e soprattutto correggere le disfunzioni craniche è messa in discussione dalla comunità scientifica.

Ma allora perchè si ottengono risultati clinici a volte anche strumentali?

Che sia necessario trovare altri modelli interpretativi per il funzionamento delle tecniche?

In ogni caso i campi di applicazione dell’osteopatia cranio sacrale sono veramente molteplici, le due macro aree sono il bambino e l’adulto.

Nel bambino saremo di fronte a una morfologia in divenire ed evidentemente modificabile da forze esterne, un esempio importante lo troviamo nei trattamenti per la gestione delle plagiocefalie.

Nell’adulto invece le ossa craniche non sono modificabili e l’approccio sarà più “fasciale” ed utilizzabile in tutte quelle condizioni cliniche e non patologiche che denotino una qualsiasi disregolazione del sistema nervoso autonomo.

Per poter padroneggiare correttamente l’approccio manuale cranico servono molte ore di studio dell’anatomia e della fisiologia di movimento delle ossa, una presenza senza distrazioni da parte dell’operatore durante la seduta e una grande sensibilità palpatoria che andrà poi affinata nel tempo.

valutazione cranio sacrale

La formazione

Esistono diverse modalità per potersi formare riguardo l’osteopatia cranio sacrale: scegliere un percorso di osteopatia o decidere per un corso monotematico.

Questi ultimi spesso non affrontano l’anatomia e la fisiologia di base e rischiano di essere troppo “alternativi” e “new age”, dunque, a meno di non possedere una pregressa laurea sanitaria, la scelta migliore ricade sul percorso completo di osteopatia.

Sul territorio italiano esistono diverse scuole, alcune con uno stampo prevalentemente strutturalista, alcune con maggior attenzione all’ambito fasciale ed alcune di stampo più cranialista.

Il percorso strutturato qui in Kern si allinea a quello che verosimilmente sarà quello universitario: la didattica segue gli aggiornamenti scientifici più recenti e destina all’osteopatia cranio sacrale il tempo necessario alla sua piena comprensione ma non eccessivo come quello offerto da altri enti di formazione.

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Conclusioni

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