La lombalgia (in inglese low back pain o LBP) è definita come una sensazione dolorifica localizzata al di sotto delle coste e al di sopra del gluteo, essa può portare irradiazioni, cioè propragare il dolore alla coscia, alla gamba e arrivare fino al piede.
La sintomatologia è varibile per intensità, durata, momento di insorgenza nella giornata e localizzazione.
Il dolore infatti può essere puntorio, cioè localizzabile in un punto ben preciso oppure, o “a fascia” orizzontale o verticale, quindi più diffuso ed esteso.
Può presentarsi solo in alcuni momenti della giornata (specialmente al mattino e alla sera) o essere sempre presente.
Può essere acuta, sub-acuta o cronica, se il dolore dura meno di 6 settimane si definisce acuta, tra le 6 settimane e i 3 mesi sub-acuta, per più di 3 mesi si parla di lombalgia cronica.
Questo mal di schiena rappresenta il disturbo osteoarticolare più diffuso in tutta la popolazione e colpisce donne e uomini con la stessa percentuale.
Recenti studi evidenziano che circa l’80% della popolazione ha avuto nel corso della sua vita un episodio di dolore nella regione lombare, con un picco di prevalenza tra i 30 e i 50 anni.
La lombalgia colpisce prevalentemente i soggetti in età lavorativa ed infatti è la causa più comune di disabilità lavorativa: colpisce circa un quarto di tutti i casi di inabilità precoce, per i soggetti sotto i 45 anni di età.
Dato che colpisce prevalentemente la parte economicamente attiva della società aumentando i costi dovuti alla perdita di produttività, giorni di assenza dal lavoro, spese mediche e legali e i pagamenti per invalidità non dovrebbe essere considerata solo un problema medico ma anche un problema sociale ed economico.
Cause del dolore alla schiena
Nella maggior parte dei casi di mal di schiena l’eziologia è multifattoriale, ciò vuol dire che individuarne le differenti cause o anche solo la principale è un compito estremamente difficile.
La lombalgia viene divisa in 2 macro categorie in base alla causa che la scatena: lombalgia specifica o non-specifica.
Si parla di lombalgia specifica quando la causa è conosciuta o di lombalgia aspecifica quando non è definita. La lombalgia aspecifica rappresenta l’80% dei casi tra gli adulti di età compresa tra i 20 ei 55 anni.
La lombalgia può essere di origine vertebrale o extravertebrale.
Quando è di origine vertebrale vuol dire che la causa che scatena il dolore è da ricercare nella colonna vertebrale, alcuni esempi possono essere:
- Spondilolistesi (spostamento, solitamente anteriore, di una vertebra su quella sottostante)
- Spondilolisi (interruzione di continuità dell’arco vertebrale)
- Scoliosi (deviazione laterale della colonna vertebrale)
- Stenosi (restringimento del diametro del canale vertebrale o dei forami intervertebrali)
- Discopatie (degenerazioni del disco intervertebrale)
- Ernie (fuoriuscita del nucleo polposo)
- Infezioni, malattie reumatiche, artriti, sindrome della cauda equina e traumi o fratture
La lombalgia di origine extravertebrale invece significa che la causa del dolore è da ricercare al di fuori della colonna vertebrale, essa può essere a carico del sistema vascolare (aneurisma dell’aorta addominale, ecc..), digerente (problematiche gastrointestinali), urinario (calcoli renali) o ginecologici (dismenorrea).
Come può intervenire l’osteopatia
Come detto in precedenza le cause che portano alla lombalgia sono spesso multifattoriali, per questo nella fase valutativa viene utilizzato il modello biopsicosociale in cui si prendono in considerazione i fattori biologici, psicologici e sociali.
Per essere maggiormente efficaci è consigliato avere un approccio multidisciplinare, unire quindi al trattamento osteopatico anche l’esercizio fisico e la gestione dello stress e del dolore.
L’osteopatia, in quanto medicina manuale incentrata sulla persona, non utilizza protocolli standardizzati e perciò il trattamento osteopatico dipenderà dall’anamnesi, dalla valutazione visiva e dai test osteopatici.
L’anamnesi serve ad individuare i fattori (condizioni e tipo di lavoro, abitudini alimentari, disturbi nella digestione, fattori psicosociali, traumi attuali o pregressi, interventi chirurgici, cicatrici ecc…)che hanno causato o che alterano le funzioni di varie strutture anatomiche le quali si ripercuotono sulla zona lombare.
La valutazione posturale ed i test osteopatici servono a valutare lo stato di tensione e di mobilità delle varie strutture anatomiche, in questa fase l’operatore cerca le disfunzioni e gli squilibri posturali.
Con questi dati in mano l’operatore procede con il trattamento osteopatico vero e proprio che si modella sulla specificità del paziente. In base alla disfunzione che vuole trattare l’operatore utilizza tecniche strutturali, fasciali, viscerali o craniali.
Il trattamento osteopatico inoltre può essere utilizzato quindi nella fase acuta, sub-acuta o cronica della lombalgia ma può avere anche un’azione preventiva.
L’operatore può infatti individuare quelle zone che non svolgono correttamente il loro lavoro e andando a trattarle può scongiurare un’eventuale evoluzione dolorifica.
Leggi anche come l’ostoepata cura attraverso i trattamenti i propri pazienti.

Esercizi e tips da fare in autonomia a casa
Capita spesso che chi soffre di lombalgia tende ad evitare l’attività fisica, questo è sovente un errore.
Molto consigliato il riposo a letto ma per poco tempo e solo quando si tratta di lombosciatalgia acuta in stazione eretta, negli altri casi il movimento migliora indiscutibilmente la lombalgia.
L’inattività indebolisce la muscolatura a livello globale e in particolare i muscoli posturali che danno forza e stabilità alla colonna.
Oltre agli esercizi di rinforzo dei muscoli del tronco è importante anche eseguire con regolarità esercizi di allungamento muscolare (stretching) per migliorare l’elasticità, la mobilità e la flessibilità della colonna.
Gli esercizi di rinforzo e di allungamento oltre a migliorare il mal di schiena sono anche utili per prevenirlo, inoltre una ginnastica regolare è fondamentale anche per allontanare il rischio di eccesso di peso che andrebbe a sovraccaricare la colonna vertebrale.
Numerosi studi evidenziano inoltre che la pratica dell’attività fisica regolare riduce il livello di stress e ansia che, come abbiamo visto, sono due fattori che possono favorire il mal di schiena o rallentarne la guarigione.
Molto importante però che gli esercizi di rinforzo e allungamento siano adatti alla persona, per questo si consiglia di rivolgersi ad un professionista che sappia insegnare correttamente gli esercizi specifici per contrastare il dolore e ridurre il rischio di riacutizzazioni.
Oltre all’attività fisica è importante avere una corretta postura nella vita quotidiana, si consiglia quindi di tenere sotto controllo il peso (per non sovraccaricare la schiena), di sollevare i carichi piegando le gambe (evitare di piegarsi in avanti) quando si sta seduti, ad esempio davanti al computer, di appoggiare entrambi i glutei sulla sedia (evitare di accavallare o incrociare le gambe) mantenendo la schiena dritta.
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Conclusioni
Come abbiamo visto fin qui la lombalgia colpisce la maggior parte della popolazione adulta, le cause sono molteplici e diverse da loro.
Da numerosi studi però è emerso che molti sintomi sono provocati da movimenti scorretti e con carichi pesanti, posture sbagliate prolungate nel tempo, stress pisco-fisico, abitudini alimentari errate, sovrappeso e vita sedentaria.
Il trattamento osteopatico associato ad un programma di rieducazione posturale ed esercizi di rinforzo e allungamento è estremamente efficace nel ridurre i sintomi ed evitare ricadute.
In conclusione, tranne i rari casi che richiedono un intervento specifico del medico, il mal di schiena può essere affrontato avendo un approccio multifattoriale: con il trattamento manuale, uno stile di vita sano ed un’attività fisica regolare si possono ottenere ottimi risultati nella maggior parte dei casi
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