Il trattamento osteopatico: cosa cura




L’osteopatia (denominata anche medicina osteopatica) è una medicina manuale e, come tale, si affida al contatto manuale per effettuare la diagnosi e il trattamento.

Introduzione

La fase iniziale di una seduta osteopatica prevede un’anamnesi, ovvero una serie di domande mirate ad avere maggiori informazioni sui sintomi e sui fatti di interesse del paziente. Ad essa segue un’ osservazione, statica e dinamica, che può guidare l’operatore nella scelta delle tecniche da utilizzare, ponendo particolare enfasi sull’integrità funzionale e strutturale del corpo.

Gli osteopati utilizzano un’ampia varietà di tecniche terapeutiche manuali, per migliorare la funzione fisiologica e/o sostenere l’omeostasi.
Quest’ultima può risultare alterata dalla presenza di disfunzione somatica.

Viene definita disfunzione somatica il disturbo o l’alterazione della funzione di una o più componenti del corpo, che possono essere: scheletriche, articolari miofasciali, vascolari, linfatiche e nervose.

Per la diagnosi si adottano quattro criteri:

  • l’anomalia della struttura dei tessuti
  • l’asimmetria dei punti di riferimento ossei
  • la restrizione di movimento
  • la tenderness ovvero la sensibilità o dolore alla pressione dell’esaminatore (TART)

Il glossario dell’ECOP (Educational Council of Osteopathic principles) definisce la filosofia osteopatica come un “concetto di cura basato su conoscenze scientifiche in continua evoluzione che abbracciano il principio di unità tra struttura (anatomia) e la funzione (fisiologia) degli organismi viventi.”

Nel seguente articolo verranno illustrate alcune tecniche osteopatiche, quando è necessario un trattamento osteopatico e, infine, come ci si sente dopo una seduta.

Diversi trattamenti osteopatici

La differenza tra osteopatia strutturale, viscerale, craniale o fasciale viene proposta solo per motivi didattici.

Un approccio olistico dovrebbe essere sempre presente nel trattamento. La scelta della tecnica da usare è contenuta nella natura della disfunzione somatica e nelle sue manifestazioni cliniche.

I substrati della disfunzione (strutturale, craniale, fasciale, viscerale) presi in considerazione durante la formulazione di un piano terapeutico potrebbero condizionare la scelta di una determinata tecnica a seconda delle informazioni raccolte con la valutazione.

Trattamento osteopatico strutturale 

Le tecniche applicate in ambito strutturale fanno riferimento al trattamento dell’apparato muscoloscheletrico e si dividono principalmente in tecniche dirette e indirette.

I concetti di struttura e funzione delle porzioni articolari dell’apparato muscoloscheletrico sono fondamentali per la comprensione della diagnosi e delle tecniche terapeutiche in osteopatia.

Sapere dove originano e dove si inseriscono i muscoli, conoscere i movimenti del corpo e come funzionano le varie articolazioni permette all’operatore di eseguire nella maniera corretta le numerose tecniche di cui è fornito.

Craniale

Il concetto di trattamento cranio sacrale, comprende l’applicazione dei principi osteopatici nella sfera craniale.

Si tratta di un trattamento dolce e delicato che favorisce il rilascio di stress e tensioni in tutto il corpo attraverso delle tecniche sul cranio.

La diagnosi e il trattamento delle strutture craniali non avviene in maniera diversa rispetto alla diagnosi e al trattamento di altre strutture corporee, anche se richiede una particolare misura di esperienza e conoscenze.

In un trattamento cranio sacrale vengono valutati e trattati gli aspetti fluidici e membranosi, le suture e il meccanismo respiratorio primario (MRP).

Trattamento osteopatico fasciale 

Il trattamento fasciale è una manipolazione globale che agisce direttamente sulla fascia corporis, costituita dal tessuto connettivo che avvolge tutti i nostri muscoli, tendini, organi, nervi e articolazioni.

In seguito a stimoli meccanici (traumi e sovrauso) ambientali e chimici (medicinali e infezioni) questo tessuto può perdere elasticità e la tensione che ne consegue può essere la causa del dolore. 

Viscerale

Il trattamento viscerale, attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche, mira al miglioramento della mobilità.

L’operatore attraverso la manipolazione fornisce dunque uno stimolo all’organo per cercare di “liberarlo” dalle sue restrizioni ristabilendo il suo movimento fisiologico.

Quando è necessario un trattamento osteopatico

 Il trattamento osteopatico è da considerare una terapia finalizzata alla ricerca della salute, dell’equilibrio e dell’omeostasi.

Esso stimola il corpo all’autoguarigione cercando di favorire il dialogo fra tutte le funzioni e le strutture e reintegra il corretto movimento dove ci sono restrizioni.

Il trattamento osteopatico è consigliato ai soggetti “sani” che soffrono non solo di disturbi relativi al sistema muscolo-schelettrico (cervicalgie, lombalgie, ecc.), ma anche a quello digestivo (gastralgie e colopatie funzionali), neurovegetativo, circolatorio e respiratorio.

In collaborazione con il medico, un trattamento osteopatico può essere utile anche per i soggetti con patologie, con l’obiettivo ultimo di ripristinare le corrette funzioni che sono state alterate direttamente o indirettamente dalla patologia.

Un esempio di efficacia dell’osteopatia riguarda la cura della cefalea tensiva, comunemente conosciuta come mal di testa.

Come ci si sente dopo un trattamento osteopatico

Dopo un trattamento manipolativo osteopatico è frequente avere sensazioni differenti, a volte anche dolorose, nei 2-3 giorni successivi. Questo accade perchè durante il trattamento vengono modificati schemi funzionali e di compenso che il corpo può impiegare giorni a elaborare.

Si possono quindi venire a creare 3 situazioni:

  • la sintomatologia dolorosa diminuisce. Il trattamento ha modificato lo schema doloroso di compensi e il corpo ne ha adottato uno nuovo più funzionale
  • la sintomatologia dolorosa non cambia. O lo schema di compensi è molto strutturato e saranno necessarie altre sedute per modificarlo, oppure le tecniche e l’approccio utilizzato non sono stati corretti
  • la sintomatologia dolorosa aumenta. Se l’aumento del dolore è transitorio e dura pochi giorni significa che lo schema di compensi è stato modificato e il corpo sta cercando di trovare un nuovo equilibrio

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Conclusioni

Per concludere, Il trattamento manipolativo osteopatico prevede una valutazione globale del paziente, non limitandosi all’osservazione esclusiva della sintomatologia riferita dal paziente stesso.

È quindi necessaria da parte dell’operatore un’interpretazione delle risposte tissutali e delle sensazioni che il paziente riferisce.
Tale interpretazione ha come conseguenza l’unicità e la personalizzazione di ogni trattamento, le cui caratteristiche sono uniche nel panorama della cura della persona. 

Ogni percorso terapeutico si dimostrerà pertanto diverso dagli altri. Per questo motivo non esistono protocolli di trattamento e molto dipende dalla bravura del terapista e dal rapporto che si instaura con il curante.

Questa unicità, però, può rendere difficile il rapporto tra l’osteopata e le altre figure sanitarie.
Per questo motivo, nei prossimi anni, l’obiettivo dev’essere quello di migliorare la collaborazione con i terapisti della salute per poter essere così più efficaci nella cura della persona, la quale deve rimanere sempre l’interesse ultimo di ogni buon terapista.

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