I benefici del Massaggio Connettivale Fasciale




Il corpo umano è una macchina quasi perfetta, progettata per distribuire al meglio la tensione piuttosto che accumularla localmente. 

Introduzione

Siamo pertanto un sistema di tensegrità non ideale: singola rete di tensione (la fascia) in cui sono distribuiti ossa, muscoli e organi. L’integrità di questa struttura è basata sull’equilibrio di forze di tensione interne ed esterne, ad esempio un trauma.

Questo sistema permette un ottimo compromesso tra stabilità e mobilità del corpo: il corpo umano immerso nell’acqua mantiene la sua struttura ed è in grado di muoversi in modo fluido e armonico mantenendo la sua integrità. 

Le straordinarie capacità del corpo sono date dall’intrecciarsi di struttura e funzione data dalla complessa rete fasciale, che circonda, e allo stesso tempo separa, tutte le strutture del nostro corpo, permettendo la trasmissione di forze e l’adattamento a stimoli. 

La rete fasciale è un sistema di tessuto connettivo unificato e interconnesso nelle sue strutture e funzioni differenti. Dalla nascita alla morte, essa prende forma secondo le nostre abitudini ( il modo di camminare di respirare, di muoverci) e in base alla sfera psicologica.

È dalla complessità di questo sistema che possono nascere tutte le conseguenze legate alla postura, alla straordinaria capacità del nostro corpo di ammortizzare i traumi con conseguente guarigione o cronicizzazione del dolore. 

Il Massaggio Connettivale Fasciale

Tra i molteplici modi in cui il nostro corpo può essere trattato, il più antico, noto e vario è sicuramente il massaggio. 

Non esiste tuttavia una definizione univoca di massaggio ma la più accreditata lo descrive come «trattamento dei disturbi della salute di varie eziologie, attraverso un intervento di tipo fisico, effettuato con l’uso delle mani».

Ogni tipologia di massaggio ad oggi conosciuta sfrutta manualità che vanno a trattare tessuti differenti: il linfodrenaggio si avvarrà di un tocco molto leggero, volto ad avere effetti su un tessuto superficiale a lento scorrimento quale il sistema linfatico. Diverso è il massaggio tradizionale che, con manualità più energiche, ha l’obbiettivo di smuovere e irrorare le masse muscolari. 

E il nostro sistema fasciale? Questa rete complessa viene trattata tramite quello che viene definito come massaggio connettivale fasciale. Quest’ultimo utilizza manovre chiamate scivolamenti, caratterizzati da movimenti lenti e profondi, longitudinali alle linee fasciali, allo scopo di svolgere un effetto meccanico sul tessuto connettivo. 

Non bisogna però dimenticare che ogni tipo di massaggio lavora su tutti i tipi di tessuti nel nostro corpo, ma la differenza di manualità, pressione, energia va a stimolare in modo maggiore un tessuto rispetto che un altro, andando a distribuire l’effetto benefico su tutto il corpo.

I benefici che può donare al paziente

Il massaggio connettivale fasciale, tramite gli scivolamenti, ha come effetto primario un’azione meccanica sul tessuto connettivo, che a sua volta provoca un aumento della temperatura locale e della vascolarizzazione, con conseguente fluidificazione del connettivo. 

 

Questo aumento di fluidificazione permette alla fascia di:

  • adattarsi alla variazione di lunghezza muscolare dovuta al movimento
  • migliorare la trasmissione di forze andando ad aumentare, in modo indiretto, la propriocezione
  • favorire lo scorrimento tra i vari strati fasciali

 

Questi effetti, se uniti alla corretta direzione in cui lo scivolamento viene eseguito, può portare a modificazioni strutturali importanti, sfruttando il principio di tensegrità nominato in precedenza. 

La riduzione delle tensioni, delle stasi e dei ristagni a livello dei diversi tipi di tessuti strettamente correlati alla rete fasciale, permette alla persona che subisce il trattamento di sentirsi meno legata e costretta all’interno del proprio corpo, rendendo quindi i movimenti più fluidi. 

Il beneficio maggiore che si può ottenere con il massaggio connettivale fasciale è nel trattamento di posture scorrette, spesso associate a dolore cronico. 

Anche nel post trauma trova una buona applicazione, sebbene occorra avere un’attenta gestione del paziente e ottime conoscenze anatomiche e patologiche per raggiungere migliori risultati: sapere come e quali tessuti vengono coinvolti in seguito ad un danno migliora l’efficacia e riduce le tempistiche del trattamento, rendendo il corpo in grado di gestire le cascate di eventi che portano alla guarigione.

Come si svolge una seduta?

Una volta compreso come il massaggio connettivale fasciale lavora a livello tissutale, è importante capire come impostare una seduta.

La cosa più importante in tutti i tipi di trattamento è avere una diagnosi. Senza questa diventa più difficoltoso impostare un percorso utile alla problematica. Se questa dovesse mancare occorrerebbe inviare il paziente da un medico specialista. 

Se la diagnosi è nota, segue l’anamnesi e una valutazione posturale del paziente da abbinare a movimenti attivi, i quali vanno a definire meglio la zona del dolore. 

La valutazione del paziente, la conoscenza delle problematiche correlate alla diagnosi e le nozioni anatomiche vanno a comporre il ragionamento clinico, che permette di impostare il trattamento secondo le catene miofasciali di Thomas Myers, che nascono dalla continuità fasciale data dal susseguirsi di origine e inserzione di muscoli con funzioni simili. 

Queste catene e la sensibilità palpatoria dell’operatore rappresentano le vie e il mezzo alla base del trattamento miofasciale, senza di esse sarebbe difficile andare a modificare la struttura del connettivo in modo coerente al risultato che si vuole raggiungere. 

A livello pratico, bisogna essere in grado di mettere a proprio agio il paziente, saper utilizzare in modo appropriato il proprio corpo per rendere il trattamento efficace, ma poco dispendioso per l’operatore. 

L’esperienza e la pratica, renderanno l’operatore stesso in grado di capire quale “storia” racconta la rete fasciale del paziente, e attraverso il lavoro analitico dello scivolamento, quali tipi di tensioni creano dolore e come queste devono essere trattate. 

La seduta si conclude con una rivalutazione posturale e con un feedback del paziente su tutti i benefici dati dal massaggio connettivale fasciale.

Corso di Massaggio Connettivale Fasciale in Kern School

Il corso di massaggio connettivale fasciale interno al percorso di MCB della KERN ha lo scopo di rendere lo studente autonomo nel ragionamento clinico utile ad impostare un trattamento efficace.

Il corso è diviso in una parte teorica in cui viene preso in esame il tessuto connettivo in tutte le sue componenti, il concetto di tensegrità, le catene miofasciali di Myers. 

In aggiunta al razionale dietro alla manualità principe del massaggio connettivale fasciale, ovvero gli scivolamenti, lo studente imparerà la teoria e la pratica delle altre tecniche utili ad aumentare l’efficacia del trattamento. 

Queste tecniche vanno a risolvere le problematiche che interessano la fascia, nel dettaglio: 

  • gli scollamenti risolvono le aderenze che impediscono lo scivolamento reciproco degli strati fasciali
  • le frizioni trasverse profonde che hanno l’obbiettivo di ripristinare lo scorrimento dei tendini all’interno della sua guaina e di ripristinare la fisiologia di un fascio muscolare contratto
  • tecniche inibitorie atte a spegnere i trigger point
  • le trazioni fasciali che riducono le restrizioni all’interno della rete fasciale
  • lo stretching, in tutte le sue forme, utile al recupero dell’arco di movimento e come tecnica per completare il trattamento 

Lo studente imparerà poi ad applicare tutte queste competenze nell’ambito della valutazione e del trattamento delle cicatrici. 

Nel  massaggio connettivale fasciale in Kern School, una parte del programma è dedicata allo studio di casi clinici, in cui lo studente imparerà ad unire tutte le conoscenze apprese durante il corso di MCB con la finalità di impostare in modo autonomo un ragionamento clinico ed un trattamento efficace in base alla diagnosi del paziente. 

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