Introduzione
Se l’approccio terapeutico per le lesioni strutturali è spesso strettamente chirurgico o fisioterapico, per quanto riguarda le lesioni funzionali l’approccio ideale è un approccio multidisciplinare. Quest’ultimo riguarda sia la figura del fisioterapista quanto quella delle scienze motorie, del massoterapista (MCB) e dell’osteopata.
Quando si ha a che fare col corpo umano non bisogna parlare di regole e di protocolli prestabiliti: ogni individuo, ogni paziente come ogni patologia sono diversi dagli altri.
Solo la conoscenza dell’anatomia, dei principi della biomeccanica, della fisiologia oltre allo studio delle varie patologie può far sì che l’operatore sappia personalizzare e ottimizzare l’approccio al paziente e possa rendere più proficua la collaborazione con le altre figure professionali.
In questo articolo andremo a vedere cos’è la cuffia dei rotatori, quali sono le lesioni che possono colpirla e come prevenirle attraverso esercizi di propriocezione.
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Conformazione anatomica della cuffia dei rotatori
La cuffia dei rotatori è l’insieme di muscoli e tendini che ha il compito di stabilizzare l’articolazione gleno-omerale della spalla.
È composta dai muscoli sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo, sottoscapolare. Spesso si aggiunge il capo lungo del bicipite brachiale, in quanto esso collabora con i muscoli sopracitati dal punto di vista funzionale.
- Il muscolo sovraspinato origina dalla fossa omonima della scapola. Passando col suo tendine sotto la volta acromiale, si inserisce sul margine superiore del trochite o tubercolo maggiore dell’omero. Esso risulta quindi un abduttore dell’omero dai 0° ai 30° e uno scarso rotatore esterno.
- Il muscolo sottospinato o infraspinato origina nei 2/3 mediali della fossa infraspinata sul margine posteriore della scapola. Col suo tendine inserzionale si inserisce sul margine posteriore del tubercolo maggiore dell’omero. Con la sua contrazione extraruota l’omero a 0° di abduzione ed è un blando estensore e adduttore della gleno-omerale.
- Lateralmente al sottospinato si trova il piccolo rotondo. Esso occupa la parte superiore del 1/3 laterale della fossa infraspinata. Si inserisce sulla parte infero-posteriore del tubercolo maggiore dell’omero ed è deputato alla rotazione esterna soprattutto con l’omero abdotto a 90°, all’adduzione e all’estensione dell’omero.
- Il muscolo sottoscapolare invece origina dai 2/3 laterali della fossa sottoscapolare, sul margine anteriore della scapola. Col suo tendine inserzionale si inserisce sul tubercolo minore, o trochine, della testa dell’omero. Il sottoscapolare è uno scarso adduttore e un ottimo intrarotatore dell’omero.
La conformazione anatomica della cuffia dei rotatori è molto complessa.
Conoscerla a fondo è utile per poter intervenire quando essa viene lesionata.
Le lesioni alla cuffia dei rotatori
Ci sono varie lesioni, disfunzioni che possono colpire le strutture della cuffia dei rotatori:
- Le lesioni strutturali dei muscoli e dei tendini della cuffia dei rotatori che possono essere di origine traumatica quanto da sovraccarico funzionale.
- Le patologie di tipo infiammatorio dettate da un’alterata interazione tra i vari muscoli della cuffia dei rotatori.
- La sindrome del nervo ascellare dove un ipertono dei muscoli rotondi può determinare un “effetto ghigliottina” sulle strutture passanti per il quadrilatero di Velpeau, l’arteria circonflessa posteriore della testa dell’omero e il nervo ascellare.
- Il conflitto sub-acromiale secondario in cui instabilità della gleno-omerale dovuta a discinesie dei muscoli rotatori tendono a far sì che la testa dell’omero comprima la cuffia dei rotatori, in particolare il tendine del sovraspinato, contro il tetto coraco-acromiale.
- Le patologie da instabilità della gleno-omerale in cui la cuffia dei rotatori ha un ruolo fondamentale per la prevenzione di recidive.
Come prevenire lesioni alla cuffia dei rotatori
Indubbiamente in ambito sportivo è difficile prevedere e prevenire le lesioni traumatiche.
È però altrettanto indubbio che lavori sulla forza e soprattutto sulla coordinazione intermuscolare possono prevenire notevolmente l’insorgenza delle lesioni funzionali.
Si tratta di esercizi di propriocezione.
Come progressione dal più facile al più difficile basta seguire delle semplici linee guida:
- Iniziare con esercizi che reclutino entrambi gli arti superiori contemporaneamente per poi arrivare ad esercizi in cui si utilizza un arto alla volta.
- Incominciare con esercizi eseguiti con piccoli attrezzi come palline da tennis per poi finire con attrezzi più grossi e pesanti.
- Partire con esercizi in scarico fino ad arrivare ad esercizi dove si usano gli arti superiori come arti di carico.
- In caso di utilizzo degli arti superiori come arti di carico iniziare su superfici stabili per finire su superfici instabili.
- In caso dell’utilizzo di superfici instabili iniziare con un’instabilità a livello degli arti inferiori per poi passare agli arti superiori e finire su sia gli arti superiori che inferiori.
- Come ultimo consiglio bisogna cercare di iniziare con esercizi in cui il controllo viene esercitato in maniera conscia per poi passare a esercizi in cui il controllo diventa inconscio, soprattutto se si usano gli arti superiori come arti di carico. Questo passaggio risulta complicato ma molto importante soprattutto in caso di problematiche di instabilità articolare su sportivi che vengono da sport di contatto.
Altri consigli
Concetto molto importante è che non bisogna mai pensare in senso loco-regionale ristretto: gli esercizi di propriocezione per la cuffia dei rotatori devono coinvolgere anche le altre articolazioni del cingolo scapolo-omerale, in particolar modo della scapolo-toracica. Bisogna quindi partire da un discorso monoarticolare per poi estendersi a un più ampio aspetto multiarticolare.
Unica vera regola quando si parla di propriocezione è il cercare di variare il più possibile la stimolazione del sistema nervoso: come si suol dire “meglio fare una volta 100 esercizi diversi che 100 volte lo stesso esercizio”!
Per aumentare la variabilità delle stimolazioni si possono sfruttare attrezzi quali palle da tennis, elastici, bastoni, corde, fitball, palle mediche, sacchetti di sabbia, tavolette propriocettive, cuscini e superfici instabili.

Corso di anatomia in Kern School
In Kern School lo studio dell’anatomia e delle leggi della biomeccanica sono alla base del percorso di studi. Anatomia generale e anatomia funzionale sono le prime materie che si affrontano. Questo avviene perché uno studente non può affrontare un trattamento efficace senza avere alla base una grossa cultura anatomica.
Nel corso di Anatomia si affronteranno i principi dell’anatomia descrittiva e si impareranno le terminologie per poter comprendere al meglio il funzionamento del corpo umano.
Nel proseguo della materia si affronteranno i vari sistemi e apparati, i tipi di tessuti e organi del corpo umano e il loro funzionamento.
Durante il corso si riprenderanno i concetti affrontati sul tessuto osseo, muscolare, cartilagineo, legamentoso e tendineo per vedere nel dettaglio tutte le strutture dell’apparato locomotore. Una volta studiati tutte le ossa, i muscoli e le articolazioni del corpo umano lo studente imparerà insieme al docente a ragionare su che movimenti esprimono i vari muscoli e come la loro contrazione muove le singole articolazioni e segmenti corporei.
Lo studente in Kern School deve imparare ad affrontare le problematiche del paziente e ciò è impossibile se non si conosce a fondo l’anatomia del corpo umano e il suo funzionamento.
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